Sestino Giacomoni a “Città nel Futuro 2030-2050”
Il Presidente di Consap è intervenuto alla conferenza promossa da ANCE presso il MAXXI a Roma

“Albert Einstein diceva: ‘non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto’, e infatti il 2030 è dietro l’angolo. Ma che città avremo nel 2030? Probabilmente perfette o quasi grazie alle nuove tecnologie, popolate da ultracentenari e persone provenienti dai contesti più diversi, ma che dovranno saper resistere ai tornado, alle alluvioni, alle inondazioni, oltre che ai movimenti tellurici. Per questo motivo dobbiamo fare in modo che anche nel nostro Paese si diffonda una maggiore cultura assicurativa, facendo comprendere che l’assicurazione sulla casa non è una tassa, ma una protezione, uno scudo. Da quando sono in Consap, ho cercato di orientare la mia presidenza rafforzando gli strumenti che avevamo a disposizione in favore dei giovani e delle famiglie, perché sono proprio loro i protagonisti del Futuro, gli abitanti delle “Città nel futuro.”
Così il Presidente di Consap Sestino Giacomoni all'evento "Città nel futuro 2030-2050" che si è tenuto presso il MAXXI di Roma.
“Citando Eliot: ‘Casa è dove si comincia’ - ha continuato il Presidente - perché la casa è il punto di partenza di ogni percorso umano e personale e per i giovani è il trampolino verso l'autonomia. Il modo più concreto che abbiamo affinché i nostri figli abitino nelle città del futuro, di cui oggi stiamo discutendo, è quello di rendere l’acquisto della prima casa accessibile a tutti. E garantire l’accessibilità a fa parte della mission di Consap. Il fondo Consap per i mutui garantisce infatti l’accesso al credito per determinate categorie di persone proprio per l’acquisto della prima casa; giovani under 36, famiglie numerose o monogenitoriali. Così come il fondo per lo studio – che stiamo potenziando – garantisce l’accesso al credito agli studenti meritevoli per permettergli di proseguire nel loro percorso di studi o per specializzarsi. Sono convinto che non ci debbano essere barriere per i beni primari, come la casa e l’istruzione, e per questo Consap – e quindi lo Stato – devono abbatterle.”
CONSAP E IL PIANO CASA
“Come Consap abbiamo la possibilità di sostenere il Piano Casa lanciato dal Presidente Giorgia Meloni in due modi concreti: il primo è rifinanziando e rafforzando il Fondo Mutui Prima Casa. Nella manovra dello scorso anno sono stati previsti 270 milioni di rifinanziamento per il 2026 e 270 milioni per il 2027. La nostra proposta è di chiedere al Governo di anticipare al 2026 anche i 270 milioni previsti per il 2027, raddoppiando in questo modo la dotazione per il 2026. Questo perché, con i tassi in ribasso i giovani tornano ad aver voglia di acquistare una casa e mettere su famiglia e figli, quindi la richiesta d’accesso al Fondo Prima Casa sta continuando a crescere. Aggiungo che la dotazione del Fondo Casa può essere incrementata anche con versamenti da parte di Comuni, Province o Regioni che vogliano dare ulteriori benefici ai propri cittadini, ad esempio, innalzando il valore massimo del finanziamento concedibile, attualmente fissato a 250.000 euro. Tale valore, soprattutto nelle grandi metropoli, potrebbe infatti non essere sufficiente a realizzare il sogno di autonomia di molti giovani. Il secondo modo per noi di sostenere il Piano Casa può consistere nel collaborare con ANCE e Confindustria per mettere a punto un progetto di politica economica in grado di accelerare lo sviluppo del Paese. Consap potrebbe partecipare offrendo una garanzia statale sull’investimento e la garanzia potrebbe essere prestata dal Fondo Prima Casa istituendo una sezione ad hoc dedicata ai costruttori. Un’altra opzione potrebbe essere istituire un fondo per i costruttori che emetta garanzie sulle obbligazioni senior rivolte ai risparmiatori istituzionali e privati, che, investendo nel social housing, avrebbero la garanzia dello Stato sulla tranche “senior” del loro investimento, oltre al ritorno economico, nel medio-lungo termine. La garanzia pubblica, abbattendo/eliminando il rischio di perdita per gli investitori nelle cartolarizzazioni, consentirebbe di mobilitare ingenti quantità di risparmio privato e, al contempo, di ridurre il rendimento da riconoscere su tali operazioni. La garanzia potrebbe essere onerosa anche al fine di superare eventuali contestazioni da parte dell’Unione Europea di “aiuto di stato”. L’onere eventualmente sostenuto dai costruttori sarebbe comunque più che compensato dal beneficio di poter acquisire finanziamenti da privati a tassi particolarmente interessanti e analoghi a quelli offerti dal Tesoro sui BTP.”
CONSAP, SOCIAL HOUSING E I NUOVI P.I.R.
“Consap è pronta a mettere a disposizione del Governo e del sistema Paese tutta la propria esperienza e tutte le proprie competenze in ambito immobiliare, sostenendo con i propri strumenti il Social Housing. Bisogna puntare su politiche che sostengano i giovani e le loro famiglie, che saranno gli abitanti delle città del futuro che vogliamo costruire. Gli Enti locali ed in particolare le Regioni, potrebbero contribuire ad alimentare sia il Fondo Casa che il Fondo Studio per alzare i massimali da poter concedere ai giovani per l’acquisto della prima casa o per studiare anche all’estero. Anche CDP potrebbe concorrere al Fondo Studio ed insieme potremmo collaborare anche sul tema casa. Abbiamo avanzato al MEF alcune proposte per valutare l’ipotesi di destinare una parte del patrimonio di Consap direttamente al Social Housing, intervenendo con un Fondo apposito di concerto con CDP. Siamo disponibili a valutare, nei limiti delle nostre disponibilità economiche, un intervento anche diretto nel Social Housing, considerata la nostra spiccata funzione sociale. Ma per tale investimento diretto è necessario che il MEF, il nostro azionista unico, ci autorizzi, modificando le direttive, che al momento ci impongono di investire quasi esclusivamente in titoli di Stato. Un’altra nostra idea sarebbe quella di istituire dei nuovi PIR Piani Immobiliari di Risparmio per l’edilizia sociale: chi investe in questi fondi e mantiene i propri risparmi investiti per 10 anni potrebbe non pagare il 26% di imposte sugli eventuali utili e avere il capitale garantito da Consap, in questo modo si potrebbero reperire gran parte delle risorse necessarie per il Social Housing direttamente dalle famiglie italiane che sono le più risparmiatrici al mondo, oltre che, come propone l’ANCE, con i fondi del P.N.R.R